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Ho le mani vuote, in questi giorni

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Ho le mani vuote, in questi giorni. Quelle,
abituate a stringere, accarezzare: proprio quelle, dico.
Ma gli occhi, loro, non si danno per vinti
e cercano gli sguardi altrui, il contatto infinito.
E il sorriso anche, cerca di spianare le rughe corrucciate
sui volti. È difficile: dalle strade sono spariti
i bambini, i giochi e anche i cani pare abbiano compreso
che qualcosa sta accadendo,
annusano veloci per poi tornare a casa.
Tutto avviene in tempi rarefatti
dilatati dall'attesa di un ritorno a una normalità
mai esistita. Le lunghe code snocciolate
davanti ai supermercati, alle farmacie, sono fatte di anime silenziose
preoccupate di aver perso il lavoro,
la sussistenza, le fondamenta stesse della vita.
Negli ospedali c'è chi combatte strenue battaglie per la sopravvivenza
e noi li osserviamo attoniti, storditi.
Sebbene tutto sia già successo, tutto è terribilmente nuovo.
Eppure, amici, amori, amanti, amati, miei compagni di vita
che siete tutti, sappiamo che la vita è più forte
e tornerà a prevalere. La lacca colorata del cielo
continuerà ad incantarci
e unirci o dividerci, come ha sempre fatto.
Non saremo più buoni né più cattivi:
i soliti esseri umani, polvere di stelle e di fango.

 Salvatore Pizzo - 19/03/2020 00:44:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Non so se la vita sia davvero più forte. In questi giorni è assai difficile crederlo: pandemia, guerra, recessione, migrazioni di massa,razzismo, crisi climatica... Sembrerebbe proprio che, se la vita davvero è più forte, comunque ha un’intrinseca debolezza che la rende morta ancora in vita. Non fosse per questi tuoi versi tanto accorati e sentiti, penso proprio che lì si resterebbe tutti: in un limbo, infrattati tra"polvere di stelle e fango"...
Un saluto

 Arcangelo Galante - 13/03/2020 12:40:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Discussione interessante e sorprendente conclusione, su di un argomento spinoso, ultimamente assai gettonato.
Come non condividere quanto asserito dall’autrice del testo? Eppure, qualcosa è indubbiamente mutato, in funzione dell’emergenza sanitaria in corso, perché le conseguenze hanno avuto un impatto sociale veramente imprevisto, a partire col saper gestire il proprio tempo, venendo costretti a modificare le abitudini di vita e perciò la propria quotidianità, con la speranza persino che limitazioni di interazione con le persone, riescano a debellare definitivamente il virus, oltre all’attesa sperimentazione di uno specifico vaccino.
Oltretutto, la paura che qualcosa non sarà più uguale ai “tempi sereni”, ha procurato una sconcertante ansia nella gente, che, terribilmente impaurita, sembra veramente prepararsi al peggio, prendendo d’assalto supermercati, correndo in cerca di strumenti protettivi (mascherine, disinfettanti per le mani), ansimando per la perdita del posto di lavoro e non uscendo più di casa.
Tutto questo atteggiamento ha fatto emergere la fragilità dell’essere umano, incapace di gestire le emozioni proprie, affidando la lucidità agli istinti ed ascoltando solo ciò che gli impulsi dettano alla mente.
D’altro canto, la paura scatenata dal proliferare di notizie, talvolta contraddittorie, ha alimentato l’insicurezza generale nel mondo.
Il periodo che si sta attraversando, di sicuro, non deve essere sottovalutato e ci si augura che prestissimo finisca; ma non bisogna continuare a credere che perduri in eterno, a discapito di una ritrovata tranquillità sociale alla quale bisogna necessariamente ambire.
Altrimenti, si rischia seriamente di gettarsi nelle fiamme della disperazione, escludendo la fiducia di ritornare a vivere in maniera dignitosa e coscienziosa, annullando il senso di civiltà, insito proprio nel significato letterale del termine.
Grazie per aver condiviso le tue utili considerazioni, Franca.
Ed allontanandomi, dopo averti letto, ti lascio un fiorito saluto, perché oramai, alle porte, sta bussando la primavera.

 Ferdinando Giordano - 13/03/2020 12:14:00 [ leggi altri commenti di Ferdinando Giordano » ]

"Sotto la maschera un vuoto." Ti avrebbe detto Seferis, al quale per volume e bellezza della lingua ti vedo in scia... Già! Ma dov’è il corpo ora? Nei tuoi straordinari versi - io affermo - bellanima. Tieniti al coperto, e con te chi sai che amo. Grazie, sempre.

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